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martedì 9 maggio 2017

Radio Corsa - Il Punto sul Giro 100 (01)

#tuttoilcalcioblog

di Stefano Stradotto

E' scattata la centesima edizione del Giro d'Italia e ad accompagnare questa storica edizione della corsa rosa torna su Tuttoilcalcioblog l'appuntamento con questa rubrica, che periodicamente durante le tre settimane che abbiamo appena iniziato proverà a fare il punto, tecnico e non solo, su quanto di significativo sarà avvenuto in strada.
Il Giro d'Italia è emozione come emozione è il suo racconto alla radio, ed allora su un sito come il nostro che di sport alla radio si occupa un posto di rilievo non può che essere ricoperto proprio da questa manifestazione. E tanto più vale la pena ribadire e ricordare questo legame in un'edizione così significativa dal punto di vista del traguardo numero 100 appena tagliato; è stata proprio la radio, infatti, a creare prima e ad alimentare poi la magia di questo sport al punto tale da far sì che per decenni fosse, di fatto, il più amato e seguito dagli italiani. E' datata 1932 la prima tappa seguita in diretta radio dall'allora EIAR, la frazione conclusiva di Milano, poi dalla fine degli anni '40 il Giro ed il ciclismo alla radio sono diventati appuntamento fisso e come detto ammantato di fascino e magia sia per la fatica e spesso l'eroismo dei corridori sia per quei racconti che dalla cronaca sportiva sconfinavano facilmente ma mai banalmente nell'epica.
Giro d'Italia come binario parallelo della storia di un Paese, fin da quel 1909, passato poi tra le due guerre, tra gli anni per l'appunto dell'epica e degli eroi, da Coppi-Bartali in giù, binario in grado poi di resistere alla iper-professionalizzazione che ha coinvolto tutto il mondo dello sport nei decenni, in grado di superare perfino gli scandali doping o le tragedie ed infine capace di mantenere in qualche modo ed in ogni caso il suo fascino e soprattutto il legame con gli italiani, prova ne siano le strade sempre e puntualmente piene al passaggio della corsa, ovunque arrivi.
Un legame che a ben vedere può essere, probabilmente, spiegato con molta semplicità, il Giro ed il ciclismo sono quanto di più vicino alla vita si possa rintracciare nello sport: l'emozione e la gioia, la delusione e la fatica immane, la caduta e le scorciatoie, gli errori e i tradimenti, la tragedia e la speranza, perfino la morte e la resurrezione, quest'ultima quantomeno sportiva. Il tutto sulla strada, in mezzo alla gente. Ed allora, ancora all'alba di questa edizione, auguri Giro ed un ricordo per chi in tante delle categorie poc'anzi citate può ritrovarsi e che purtroppo ha assaporato la peggiore proprio pochi giorni prima del via, Michele Scarponi, la cui scomparsa ha commosso la vigilia e confermato nuovamente quanto umanamente tragico possa essere questo sport.



E veniamo, brevemente, alla corsa, a quanto visto in questi primissimi giorni tra le due isole. Dopo la tre giorni sarda caratterizzata da paesaggi mozzafiato e dal grande vento che ha condizionato le tappe vinte da Postlberger, Greipel e Gaviria, la centesima edizione è infatti approdata in Sicilia dove si è subito imbattuta nel primo arrivo in salita dei quattro previsti, l'Etna, sette anni dopo l'ultima apparizione dalle parti del vulcano siciliano. Vuoi per la tempistica, appena la quarta frazione con condizione ancora da affinare un po' per tutti gli attesi protagonisti, vuoi nuovamente per il vento che anche in Sicilia sta inseguendo il gruppo, la frazione di oggi non ha regalato spunti significativi. Gli uomini di classifica hanno giocato a carte prevalentemente coperte, lasciando via libera all'acuto in fuga del temerario Polanc; solo Vincenzo Nibali, d'altronde padrone di casa, ha infiammato per qualche istante il suo pubblico con uno scatto ai 3 km, ma il suo è parso più un tentativo-omaggio alla sua gente che un vero e proprio attacco alla maglia rosa, finita invece sulle spalle del lussemburghese Jungels che già un anno fa fu leader nella prima settimana, uomo da tenere d'occhio anche in ottica podio finale. Nibali avrà comunque tratto indicazioni sulla sua condizione, che a occhio pare migliore di quella con la quale iniziò il Giro dello scorso anno, poi vinto in eccezionale rimonta nelle ultime due frazioni.
Si è nascosto il grande favorito, l'uomo più forte sulla carta in salita, Nairo Quintana. Ma si attendono ancora risposte da tutti gli outsider di lusso, da Thomas a Dumoulin da Yates a Pinot fino a Landa e Kruijswijk, questi ultimi due protagonisti sfortunati oggi tra forature e cadute e comunque alla fine nel gruppo alla pari con tutti gli altri.
Niente di fatto dunque e appuntamento, per le salite, a domenica con l'arrivo sul Blockhaus; nel mezzo, risalendo pian piano l'Italia, possibilità per velocisti e attaccanti.


Chiudiamo con quello che sarà un appuntamento fisso delle nostre puntate, vale a dire l'appuntamento con la storia, non potrebbe d'altronde essere altrimenti in occasione del Giro 100, tanto più che pochi sport restano legati alla nostalgia e al proprio passato quanto il ciclismo.
Il primo frammento che vi proponiamo per ripercorrere queste 100 edizioni è ovviamente un filmato relativo al primo Giro, quello del 1909.
 (dal canale YouTube federico bottoni)

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