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domenica 22 giugno 2014

La Radio-Pagella Mondiale 2014: Puntata 3

di Francesco Furlan per #tuttoilcalcioblog


Giulio Delfino/Daniele Fortuna (Colombia-Costa d’Avorio): finalmente una partita degna di questo nome per Giulio Delfino, che la attendeva oramai dal giorno del suo debutto con Spagna-Olanda. Notoriamente, quando le partite sono tirate, Delfino rimane uno dei migliori sulla piazza. Il consueto rischio-salotto stavolta si affaccia per un attimo solo nel primo tempo (dove la corretta pronuncia del nome di battesimo di Rodriguez viene ripetuta un paio di volte), mentre nella ripresa sia l’ottimo Giulio sia un eccellente Fortuna raccontano da par loro le emozioni di una partita molto divertente. Emerge talvolta la simpatia di Delfino per Gervinho (chissà come mai…), anche se gli va dato atto di riconoscere immediatamente la grossolana simulazione di cui si macchia l’attaccante ivoriano. Ottimo il racconto dei tre gol, molto buono anche il finale di partita. Prestazione assai soddisfacente.

Francesco Repice/Antonio Monaco (Italia-Costarica): l’ho detto più volte e mi sento di ripeterlo anche in questa circostanza. Nessuno riesce come Repice a tener vive partite francamente inguardabili, facendo quasi in modo che l’ascoltatore non se ne renda conto. Lasciati opportunamente da parte i toni fin troppo carichi dell’esordio (lo si è sentito fin dall’introduzione), il racconto della disfatta Azzurra procede limpido e scorrevole, senza frenesie eccessive, senza iperboli dannunziane (a parte la licenza poetica, dovuta e perdonata, sull’assist di Pirlo a Balotelli nel primo tempo) e con l’impeccabile ritmo che costituisce il marchio di fabbrica di Repice. Nel secondo tempo lo scoramento prende pian piano il sopravvento (ed anzi, guardando la partita alla TV si ha addirittura la sensazione che il buon Francesco sia, appunto, perfino troppo buono); il tono di voce arriva a livelli precordiali, ma la cronaca non ne risente affatto ed anzi ne guadagna. In crescita anche Monaco, puntuale nel descrivere le innumere magagne della nostra Nazionale ed onestissimo a valutare subito da rigore l’intervento di Chiellini su Campbell. Ennesima dimostrazione che per metter in piedi una radiocronaca da ricordare non serva urlare all’impresa o fare i curvaioli: basta appunto fare quello che si sa fare (molto bene). E speriamo che il senso della misura abbia la meglio anche nello spareggio che ci aspetta martedì.

Ugo Russo/Daniele Fortuna (Honduras-Ecuador): continua il momento d’oro di Ugo Russo (peraltro ieri brillantissima seconda voce di Scaramuzzino in Argentina-Iran). Il nostro si diverte un mondo a raccontare le partite delle squadre di non primissimo livello: lo si sente chiaramente dalla passione che traspare nel suo racconto di venerdì notte fra due compagini francamente dimenticabili (e lo si era notato anche nella passione con cui è sembrato spingere Algeria ed Iran nelle due sfortunate prestazioni contro Belgio ed Argentina). Bello anche il suo racconto degli inni nazionali (a proposito: ho scoperto che l’Honduras ha un inno che dura più o meno come un movimento di una sinfonia di Mahler…) ed, in generale, tutto il suo racconto (da manuale quello dell’esultanza del giocatore honduregno). Benissimo anche Daniele Fortuna, che oramai si sta rivelando una seconda voce sempre più affidabile e puntuale.
Intermezzo: questa settimana ci spostiamo nel 1974, anno in cui l’Italia disputò uno dei Mondiali più deludenti della sua storia, uscendo addirittura nel girone. Chissà se i maschietti davanti alla TV si consolavano con questo carosello. Munite di minigonne vertiginose e cotonature d’ordinanza, le splendide Blue Bells (sulle note di Lady Hi Lady Ho dei Les Costa) pubblicizzano una nota marca di collant, definiti addirittura “il corredo delle gambe” (ma la sensazione è che le protagoniste avrebbero fatto una bella impressione anche prive del corredo…)



Giulio Delfino/Massimilano Graziani/Emanuele Dotto/Paolo Casarin (Francia-Svizzera): avrei voluto proseguire con la terza puntata del “Salotto della Contessa Maffei”, ma, in tutta onestà mi sarebbe parso davvero ingeneroso. Mettendomi nei panni di due poveri cristi che, davanti ad una TV, devono commentare una partita che alla fine del primo tempo è già sul 3-0 (e qui converrebbe prendersela col destino cinico e baro, visto che è successo solo in due partite durante questo Mondiale: indovinate a chi è toccata la radiocronaca di entrambe…), mi rendo conto che sopravvivere ad altri quarantacinque minuti sia impresa improba. Così, dopo un tentativo di ri-raccontare la genesi del famoso coretto “Mondiale” dell’Italia (Delfino deve esserne particolarmente geloso), nella ripresa si è parlato un po’ di tutto: dalle fogge degli abiti dei tifosi, all’aspetto di Hitzfeld, alla vita sentimentale dei calciatori, insidiati da popstar in fregola…fino addirittura al giallo finale sul (non concesso) sesto gol della Francia, risolto dopo qualche minuto di consultazioni fra gli astanti. Insomma, stavolta Delfino e Graziani non si sono fatti mancare proprio nulla: chissà che con questa partita il bonus si sia finalmente esaurito.

La finale del campionato di basket: chiaro che Radio Rai è (giustamente) tutta concentrata sui Mondiali (e, visti gli straordinari risultati fin qui raggiunti, si sente). Però possibile che un qualsiasi redattore (una Brizzolari, una Collazzo…al limite anche dal Palasport di Saxa Rubra) non possa seguire la finale del campionato di pallacanestro ? Leggo che forse sono gli sponsor ad impedire una simile possibilità, ma penso che trenta secondi di cronaca ogni quarto d’ora (come avveniva per le edizioni “volanti” di Palasport durante il campionato, quando si sovrapponeva alle infauste partite giocate alle 18 della domenica) non provocherebbero azioni legali da parte di coloro che usufruiscono degli spazi pubblicitari “mondiali”. Anche perché, onestamente, come già notava l’amico Stefano Stradotto, non si vede molta logica nel seguire con grande attenzione tutto il campionato, per non dire poi manco mezza parola quando si assegna il titolo. Il meglio è notoriamente nemico del bene, ma speriamo che per le prossime partite Cucchi riesca a farci anche quest’altro piccolo miracolo.

Alla prossima puntata !

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Per gli spazi dedicati alle Orchestre della Rai, stavolta cambiamo genere e parliamo delle Orchestre Rai che si occupavano di musica leggera (sembra incredibile, ma la Rai dei bei tempi aveva pure quelle…). Rimaniamo pertanto nel 1974, con uno spezzone tratto da “Milleluci”, ultima apparizione televisiva di Mina (assieme alla Carrà) e sicuramente una delle pietre miliari nella storia dei varietà Rai. La prima puntata era dedica, guarda caso, alla radio; in questo spezzone, la grande cantane cremonese (la sigletta di “Notti Mondiali” cantata da lei è forse l’unica cosa buona di quella trasmissione) duetta con uno dei più famosi divi dell’era “radiofonica” della canzone Italiana, Alberto Rabagliati. A dirigere l’orchestra uno dei maestri “storici” dell’epoca dell’Eiar, il mitico Cinico Angelini.


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