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mercoledì 7 maggio 2014

La Radio-Pagella 2013-2014 Puntata 35

L'autore della rubrica e il coordinatore del sito stanno ragionando sulle caratteristiche di questa rubrica. Per questo motivo per alcune settimane siamo in work in progress!

#tuttoilcalcioblog
di Francesco Furlan

Tutto il calcio serie B: puntata che, gioco forza, è vissuta sul conto alla rovescia che avrebbe riportato il Palermo in serie A. Festa doveva essere è festa è stata, raccontata molto bene (al solito) da Massimo Barchiesi, che alza i toni sul gol di Vasquez e, in perfetto stile cucchiano, annuncia la promozione con tanto di ora esatta. Chiaro che non vi sia il pathos della memorabile Sassuolo-Livorno dello scorso anno, ma questa non è colpa di Barchiesi bensì merito del Palermo. Più che positivo anche il resto della puntata: teine bene il ritmo Tarcisio Mazzeo dal Rigamonti, mentre offre una prestazione sicuramente migliore rispetto a quella di qualche settimana fa Ettore De Lorenzo, nonostante sia un poco confusionario nel racconto in diretta del pareggio del Latina. Antonio Lopez in netta ripresa (nonostante la quasi certa retrocessione della Reggina), con tanto di annuncio del 2-1 del Crotone con effetti da Camp Nou. Sui loro soliti standard di assoluta eccellenza Antonello Brughini ed Ugo Russo (meglio il secondo, a mio avviso, più che altro perché la partita di Brughini è piuttosto noiosetta nel primo tempo); trionfo totale invece per Massimo Zennaro, che assiste alla partita più ricca di gol del pomeriggio e se la cava alla grandissima anche sotto il nubifragio: peccato che gli tocchi raccontare in diretta il gol più “fantozziano” (cit.) della giornata e quasi quasi non se ne accorga neanche.

Tutto il calcio serie A: cinque campi in collegamento diretto, ma non mancano le emozioni. Per la seconda settimana consecutiva il campo principale è appannaggio di Emanuele Dotto, il quale racconta da par suo l’inatteso (o forse no…) crollo della Roma al Cibali. Di prammatica il “clamoroso al Cibali” sul raddoppio di Izco e le solite bellissime licenza poetiche sparse a piene mani (con la Roma che “molla i pappafichi”) per novanta minuti. Peccato che la partita chiusa ben prima del novantesimo, lo porti alla fine ad un annuncio scudetto forse fin troppo misurato nei toni (anche lui con la consueta ora esatta, che oramai ha preso definitivamente piede). Sarebbe stato gradito anche un piccolo intervento di Pandolfini (che, verosimilmente, era da quelle parti), come capita talvolta quando Cucchi è il campo principale in uno dei campi “regionali”. Di buon livello anche il resto della domenica: Giuseppe Bisantis inserisce il pilota automatico per quella che è forse la partita meno intesa del pomeriggio; Tarcisio Mazzeo tenta di tenere in piedi meglio che si può una partita che invece si sperava intensa, ma che non decolla mai (emblematico il suo sconsolato: “Ad Udine pioggia di gol, qui stiamo ancora aspettando il primo tiro in porta…”, quando Giovanni Scaramuzzino gli cede la linea a fine primo tempo). Il quale Scaramuzzino dimostra come, anche senza alzare troppo i toni, si possa comunque governare con maestria una partita ricchissima di episodi, gol ed errori (bravissimo anche nel secondo tempo, a partita morta e sepolta). Massimo Zennaro conferma anche dal Bentegodi la bella prestazione della giornata precedente, sempre preciso (pur nella necessaria stringatezza) nella cronaca della vittoria del Toro. Non eccezionale la gestione del finale da parte di Corsini: anzi, a dirla tutta, sembra quasi che i vari campi si autogestiscano (con Dotto che prende la linea per l’ultimo minuto di diretta prima dell’annuncio scudetto).

Palasport: Simonetta Martellini aveva salutato tutti, dando appuntamento per la prossima stagione. Invece, i contorsionismi orari della Lega Basket hanno fatto sì che potessimo goderci un altro pomeriggio in compagnia di basket e pallavolo (e domenica prossima, speriamo, ci sarà il bis). Massimo Barchiesi e Daniele Fortuna governano alla grande i primi due campi: il secondo anche meglio del primo, visto che la partita di Bologna resta in equilibrio fin quasi alla fine. Ottima l’idea di modificare la scaletta rispetto a quanto annunciato sul sito: la partita di Venezia era di richiamo minore rispetto al tiratissimo Caserta-Cremona raccontata con la solita passione mediterranea da un Ettore De Lorenzo che quando torna al basket si sente indubbiamente più a suo agio. Da Pierpaolo Rivalta non si possono pretendere i fuochi d’artificio, ma anche lui se la cava nell’importante vittoria di Montegranaro. IL trionfatore della serata è tuttavia Antonello Brughini: merito anche (e soprattutto) dell’autentico volley-spettacolo che va in scena al PalaEvangelisti di Perugia. Per un attimo, temiamo che anche quest’anno l’annuncio scudetto della pallavolo possa saltare (e stavolta non per colpa di Zauli), visto che le trasmissioni di servizio, le interruzioni pubblicitarie ed i trailer della trasmissione di Fiorello sembrano infiniti. Fortunatamente, Perugia e Macerata danno vita al quarto d’ora più spettacolare ed inteso del campionato e Zauli è bravissimo a lasciare la linea al bravissimo Antonello anche quando riprende il tristissimo derby della Madonnina. Brughini è semplicemente favoloso, nella cronaca così come nel commento finale. Una dei picchi stagionali dello sport radiofonico su Radio Rai.

Integrali: iniziamo dall’emozionante partita del Biondi, con Giuseppe Bisantis ed Antonio Monaco che si integrano perfettamente nel racconto della rimonta casalinga del Lanciano. Evidente che i nostri non sono al corrente di quanto accaduto nel pre-partita della finale di Coppa Italia, visto il tono mantenuto dall’inizio alla fine.

Ed a proposito di finale di Coppa Italia, non mi sento onestamente di esprimere alcuna perplessità nel racconto di Giulio Delfino e Massimiliano Graziani. Chiaro: l’atmosfera era pesante e tutta la cronaca non poteva non risentirne; fra l’altro non va neppure dimenticato che, nel momento in cui la partita veniva giocata, la dinamica del fattaccio accaduto prima dell’inizio era ancora abbastanza oscura. Una volta deciso di giocare, in tutta onestà, penso che i due radiocronisti non potessero fare molto di meglio: la radio non è la TV dove si può anche tentare una telecronaca “neutra”; alla radio bisogna comunque parlare per novanta minuti e mi pare che Delfino e Graziani (senza forzare quasi mai i toni, peraltro) abbiano fatto tutto quanto era nelle loro possibilità per riuscire a trovare il compromesso migliore, al netto di qualche imprecisione tutto sommato più che comprensibile.

Francesco Repice, raccontando il misero derby di Milano, conferma una volta di più l’impressione che ho maturato quest’anno: quando la partita langue o c’è ben poco da raccontare, Repice è senza dubbio quello che più di tutti riesce a mantenerla viva, con il vantaggio che in questi casi i suoi eccessi caressiani vengono opportunamente meno. Umberto Avallone fa il suo come seconda voce, in una prestazione tutto sommato accettabile.

I posticipi infrasettimanali vedono indubbiamente una prevalenza piuttosto netta delle due partite delle 19: Giovanni Scaramuzzino e Daniele Fortuna non si smarriscono nel clima spettrale dell’Olimpico; ed anzi, il loro racconto asciutto ma preciso e mai sopra le righe è l’ideale per godersi le emozioni di una partita tirata fino alla fine. Rimarchevole anche la prestazione di Giulio Delfino nella partita del Franchi: zero salotto ed una buona precisione in tutti gli episodi salienti del match (anche se c’è un forte sospetto di aperitivo prima del 2-0 di Berardi). Con tutto il rispetto per Enzo Baldini, le prestazioni di Sara Meini come seconda voce hanno notevolmente migliorato le radiocronache integrali dagli stadi della Toscana. Brava Sara, che è sempre puntuale e molto ben informata sui fatti delle due squadre in campo.

Poco, molto poco da dire sulle due partite delle 21: Riccardo Cucchi conferma ancora una volta di avere sempre quel “quid” in più nelle integrali: se non c’è più il ritmo che magari altri possono vantare, il suo prefetto uso del lessico, gli consente spesso di uscire da situazioni anche intricate. Del tutto trascurabile (ma non è che si potesse fare molto) la prestazione di Francesco Repice come seconda voce. Anche al S. Paolo si gioca per la gloria: Massimo Barchiesi inserisce il pilota automatico, mentre Gianfranco Coppola tira fuori un paio di perle (memorabile il “Pandev che gioca come un gatto nel gomitolo”) che fanno sorridere anche il collega.

Infine, mi scuso se non parlo di Nico Forletta, ma confesso candidamente di non aver sentito nulla del Gran Premio di Spagna. Cercherò di essere più ligio nelle prossime settimane.

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