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lunedì 7 aprile 2014

Formula Radio 2014 (03) - E' spettacolo, ma la Ferrari non tocca palla!

#tuttoilcalcioblog di Marco D'Alessandro
Quando meno te l'aspetti, ecco una discreta boccata d'ossigeno: dal Bahrain e da Grenoble arrivano segnali incoraggianti. L'entourage di Michael Schumacher per la prima volta in tre mesi diffonde speranza per le condizioni del Grande di uno Sport che per una Domenica torna meritevole del maiuscolo. Il primo Gran Premio "serale " del Bahrain ci ha regalato la gara più bella degli ultimi due anni e per una volta possiamo finalmente scrivere qualcosa di diverso rispetto alla Formula Noia e ai taxisti. Si può cercare di guardare al futuro con più fiducia, in uno sport che, non dobbiamo dimenticarlo, si è appena riformato ed ha bisogno di assestamento e di qualche piccola correzione. Decisamente buona la terza, ma non stiamo certo parlando di una Ferrari che incappa, forse, nel weekend peggiore della gestione Montezemolo. Il Presidente presente sul posto ha sparato a zero sulla nuova F1 "incrocio tra un negozio di elettricisti e una centrale elettrica", dichiarando guerra a Jean Todt, presidente della FIA, che da par suo ha risposto per le rime: "Questa non è la repubblica delle banane, non si può venire qui alla FIA a chiedere di cambiare le regole perché c'è qualcuno che sta perdendo".
Fin troppo lontano l'anno di grazia 2004, quando in Bahrain si corse il primo Gran Premio e quando stravincevano le Rosse del Petit Imperatour e di Schumacher; e quando esisteva un vero e proprio Dream Team ferrarista ed in Radio ci fu Emanuele Dotto a raccontare.
Dieci anni esatti per diventare nemici e, per i ferraristi, sentirsi nel grave imbarazzo di essere nella parte del torto.
I rettilinei del Sakhir sottopongono Alonso e Raikkonen ad una vera e propria mattanza sportiva che è già fin troppo appetibile dalla qualifica del sabato: "In questo momento pensare ad una Ferrari in lotta per il titolo sarebbe davvero azzardato", dice un Giulio Delfino sempre più rintanato nell'autodromo di Saxarubra anche in un Gran Premio con orari europei in cui la Radio avrebbe anche potuto inviarlo sul posto per raccontarci il fine settimana e magari raccogliere importanti interviste di cui si è scritto sopra. Inviato sul posto che invece, in Qatar, è stato mandato per la prima gara del MotoGP. La Formula Uno alla radio, invece, si continua ad accontentare degli aggiornamenti in diretta in studio di Giulio Delfino e di pochissimo altro. Ma coi tempi che corrono, bisogna farsi bastare. Potrebbe sempre andare peggio..



Una domenica di schiaffi, morali a chi non credeva più in una Formula Uno capace di attirare interesse fino all'ultimo chilometro. Prosegue la dittatura Mercedes, con le due argentate che corrono un monomarca di cui però non possiamo dargliene una colpa: hanno lavorato meglio di tutti su un regolamento già programmato, firmato e controfirmato da tutti da anni ed ora si godono i meritati frutti. Hamilton e Rosberg sono stati in grado di creare il vuoto tra loro e il resto del gruppo, ma regalando momenti di grandissimo spettacolo per la lotta ai 25 punti, fin dalla partenza, con culmini di sorpassi e controsorpassi, senza ordini di scuderia che influenzassero l'esito. Bravi davvero, e nella fattispecie ancora di più l'inglese che la corsa se l'è aggiudicata anche contro la grossa avversità di dover affrontare la parte finale con le gomme dure, a dispetto delle morbide del compagno rivale che bussava alle sue spalle dopo che una Safety Car aveva annullato i distacchi. Esaltante il duello che ha spinto i commentatori televisivi della Rai a paragoni osè, ma non fuoriluogo, con Senna e Prost. Sarebbe stato bello poter ammirare Schumacher, anche da ultraquarantenne, a guidare una vera Mercedes come questa. Vorremmo scherzosamente invitare qualcuno ad andare in quella stanza a Grenoble e sussurrare a Michelone: potrebbero svegliarlo di colpo.
Un peccato che via Radio non si sia potuto cogliere in diretta il momento topico a causa dell'Onda Verde che, magari, dava notizie anche sulle sorti delle due lumache rosse sorpassate da chiunque perfino nel Raccordo Anulare, dove perfino una Topolino potrebbe aver sgommato e sverniciato una Ferrari che rispetto alle Mercedes ha un fuso orario maggiore rispetto a quello dell'Italia con il Bahrain. Ma riascoltiamo un'abbondante sintesi di 15 minuti della radiocronaca di Giulio Delfino, districata tra le sempre fondamentali chiacchiere e moviole della domenica calcistica. Radiofonicamente parlando, rullo di tamburi, è andata in onda la prima partenza in diretta della stagione. Sconfortante il rumorenonrumore di sottofondo alla voce del cronista..


Il Gran Premio del Bahrain si rivela bello per tutti tranne che per i ferraristi, costretti alle impietose immagini dei propri prodi continuamente sorpassati sui rettilinei dalle Force India, dalle Red Bull, dalle McLaren, senza mai riuscire a rispondere e a mostrare i denti. Non ricordiamo una resa del genere in 23 anni di gestione Montezemolo. Non per caso, il Presidente ha addirittura abbandonato il circuito a gara in corso, dichiarando che non riesce proprio a vedere una Ferrari così. Forse come nemmeno ai tempi di Alesi e Berger. Sembra di essere tornati proprio all'epoca buia in cui Montezemolo prese in mano la Scuderia che oscillava verso il baratro della cassa integrazione e i risultati della pista erano tra il pietoso e molto pietoso.  Alonso e Raikkonen si piazzano  9 e 10°, vale a dire gli ultimi due posticini disponibili per fare punti nella Formula Uno odierna. Lo smacco si triplica sul podio, quando la Mercedes, al cerimoniale con i piloti, ci porta anche quell'Aldo Costa che è un progettista silurato in tromba nel 2011 da Maranello. La Mercedes sta realizzando tutti quelli che erano i progetti ferraristi: due assi (o quasi) al volante a dominare la scena, annichilire la concorrenza, andare finalmente più forte di tutti. In Ferrari ci riescono solo nelle parole e se non così non fosse, sempre con le parole si va a chiedere di cambiare delle regole che insieme erano state concordate, mostrando non solo una grave mancanza di autocritica al mediocre lavoro che ormai da 6 anni li vede colpevoli, ma anche una debolezza politica nel riscontrare che poi, alla fine della fiera, le piazzate dei Rossi portano poco o nulla.
La Ferrari di Alonso nella curva dedicata a Schumi
In Bahrain si è vista una Formula Uno divertente e spettacolare anche senza il bisogno della Ferrari, che alla terza gara sembra già arrivata all'aria del capolinea e del tempo in cui le illusioni sembrano già finite. Si è corso con le luci artificiali, ma le Ferrari sono arrivate al traguardo con le luci della mattina seguente alla gara.
Chi continua ad attraversare un momento altalenante è il campione del mondo Vettel, ieri addirittura sorpassato dal proprio compagno di squadra Ricciardo. Ma le Red Bull sono state le uniche vetture "estranee" in grado di inserisi nel lotto dei team motorizzati Mercedes.
Tra due settimane ci sarà il Gran Premio della Cina, nella domenica di Pasqua: difficilissimo auspicare una resurrezione Rossa. Si avverte però quella della Formula Uno e dello spettacolo.
Sempre #ForzaMichael

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