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martedì 7 agosto 2012

Pensieri Olimpici: Il tradito potrà anche essere un ingenuo, ma il traditore rimarrà sempre un infame




di Fabio Stellato


TRADIMENTO, è questa la parola piu' usata nelle ultime ore; il tradimento di Alex Schwazer è uno di quei tradimenti che fa male, molto male, perchè di Alex Schwazer tutti si fidavano, a cominciare da quel gran Signore che porta il nome di Michele Didoni, il suo allenatore, la persona che  piu' di tutti ha subito questo tradimento. "Mi fidavo di lui, mi ha preso in giro, gli ho messo in braccio mia figlia nel giorno del battesimo, lascio l'atletica", queste le parole del tecnico di Milano, parole che trovano riscontro in tutti gli appasionati che negli ultimi quattro anni hanno creduto in lui.
Da ieri sera naturalmemte pubblico e critica si sono scagliati in ognimodo nei confronti dell'ex marciatore altoatesino, e sarebbe sin troppo facile per noi oggi unirci al coro; noi pero' preferiamo soltanto riportarvi una lettera aperta indirizzata a Schwazer e scritta da Massimo Brignolo, prestigiosa firma del web in materia di tuttologia sportiva. In questa missiva è racchiuso quello che è il pensiero dell'appasionato di sport, di quello sport pulito che regala emozioni, a volte belle a volte brutte, emozioni che purtroppo non sempre risultano essere autentiche

 La lettera di un innamorato tradito ma bisogna continuare perchè gli eroi positivi ci sono ancora.

di Massimo Brignolo   /http://olimpiadi.blogosfere.it/

Caro Alex,
è notte come lo era poco meno di quattro anni fa quando da queste pagine cantavo la tua impresa nella 50km di Pechino.In un momento nel quale sulle Olimpiadi aleggiava forte il sospetto generalizzato del doping oltre ad esaltare le tue gesta portai come esempio le tue parole alla fine della gara: "Potrei non vincere più ma non mi doperò mai". Innamorato spesso tradito dai grandi dello sport feci l'ennesimo sforzo di fiducia e lo scrissi "E chiude la giornata con una dichiarazione importante: "non imbroglierò mai". Ci crediamo".
Mi sento tradito, confuso con la voglia di lasciare tutto, di non seguire più lo sport che genera mostri e questo dopo la notizia choc di oggi. Prima un sommesso bisbiglio, "un italiano dopato", non è ancora partito per Londra, "escluso dalle Olimpiadi" e poi uno tsunami che ha colpito migliaia di persone alla bocca dello stomaco "E' Alex Schwazer".
Mi auguro che quattro anni fa fossi realmente convinto di ciò che stavi dicendo e che non ci stessi prendendo giro. E allora mi chiedo che cosa è successo in questi quattro anni per cambiarti in modo così indelebile. Nello sport si vince e si perde, "non è da queste cose che si giudica un calciatore" cantava Francesco De Gregori, non è da una vittoria in più o in meno che si giudica un atleta ma ognuno di noi è le scelte che compie e la scelta che hai fatto di cercare la scorciatoia non la riesco ad accettare. E' più grande di me.
E' anche più grande di quanto tu possa sopportare se poche ore dopo quasi come una liberazione hai parlato apertamente. "Ho fatto tutto da solo e di testa mia e dunque mi assumo tutte le responsabilità per quello che è successo. Volevo essere più forte per questa Olimpiade, ho sbagliato" e forse questa è stata la tua uscita di emergenza, il sedile eiettabile da un mondo che ti stava stritolando. Non riesco a trovare alcuna giustificazione per la tua scelta e questa sera non voglio pensare a te che ti ritrovi, per tua scelta, atleta finito le cui imprese sono ora circondate da un alone di dubbio.
Penso al bambino che aveva chiesto in regalo al padre di venire a vederti a Londra, penso a tutti quelli che per non prendere scorciatoie, e per fortuna ce ne sono e molti, spesso non hanno ottenuto ciò che avrebbero meritato nell'Atletica, negli altri sport e nella vita.
A Pechino non ti avrebbe battuto neanche Superman, oggi ti sei distrutto da solo, con le tue mani, le tue scelte. Si chiude un capitolo e per ogni appassionato ogni volta che accade è un po' più dura crederci ancora. Per un istante qualche ora fa ho pensato di mollare tutto, di non raccontare più questo mondo; invece continuerò a farlo perchè il bambino di prima ha bisogno di eroi in cui credere, eroi positivi per sempre.





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