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mercoledì 29 febbraio 2012

Un passo nella storia - Episodio 67

di Roberto Pelucchi

Nel 1963 c'erano già due canali televisivi (Programma nazionale e Secondo programma) e tre canali radiofonici, ma non c'era rigidità nell'impiego del personale giornalistico. Per esempio, capitava spesso che Nicolò Carosio si sdoppiasse tra tv e radio a seconda dei palinsesti e dell'importanza degli appuntamenti. Il 27 marzo 1963, infatti, si giocò a Istanbul la partita tra Turchia-Italia, che non venne trasmessa in televisione, ma andò regolarmente in onda in radio, proprio con la radiocronaca di Carosio. In occasione di Austria B-Italia B del 5 giugno a Udine, invece, Carosio commentò il match per la televisione ed Enrico Ameri per la radio. In quell'occasione, tra l'altro, i giornali riportarono la notizia di un violento alterco tra Carosio (che si lamentava per la sistemazione in un albergo) e il presidente del Comitato regionale Friuli, Diego Meroi. Già all'epoca i telecronisti erano star e Carosio aveva un bel caratterino...

Sempre quell'anno, il 18 dicembre, la radio trasmise la diretta integrale del recupero di Serie A tra Lanerossi Vicenza e Milan, e anche in quell'occasione a commentarla fu Carosio. Se oggi è spesso la televisione a imporre i calendari, nel 1963 non aveva ancora tutto questo potere, ma era sulla buona strada. Il 10 novembre 1963 all'Olimpico di Roma era in programma un importante Italia-Urss, gara di ritorno della Coppa delle Nazioni (andata 2-0 per i russi). Era una domenica, quindi si giocavano anche i campionati dalla Serie B in giù, e i presidente temevano che la diretta della partita della nazionale portasse via dai campi minori gli spettatori (e si mangiasse una bella fetta dell'incasso). In un primo momento, così, si decise di mandare in onda la telecronaca differita alle 17.30 e di impedire la radiocronaca, per non togliere ai telespettatori il gusto di vedersi la sfida senza sapere il risultato, poi al termine di un infuocato consiglio federale si optò per una doppia telecronaca. La diretta andò in onda dalle 14.25 sul Programma nazionale, la differita alle 21.50 sul Secondo programma. Salva, quindi, la diretta radiofonica (probabilmente di Ameri). Nessun problema, invece, ci fu nella gara di andata, che venne trasmessa sia in tv sia in radio dalle 11.55. Più difficile, a quei tempi, riuscire a mandare in diretta o in immediata differita le partite che si disputavano oltre oceano. Per esempio, in occasione della finale della Coppa Intercontinentale tra Milan e Santos, che all'epoca prevedeva l'andata a Milano, il ritorno in Brasile e l'eventuale bella ancora in Brasile, la partita di ritorno si giocò il giovedì, ma in Italia venne vista in tv soltanto il sabato sera alle 22.45, sempre con telecronaca di Carosio.

Ma torniamo alla radio e all'interscambiabilità dei giornalisti. Dal 1963, ogni giovedì dalle 15.15 alle 15.30 sul Secondo programma, andava in onda la trasmissione, Ruote e motori, attualità, informazioni, notizie a cura di Piero Casucci e Nando Martellini. Casucci è stato il primo telecronista Rai per la formula 1 a partite dagli anni Sessanta, quando in tv non veniva ancora seguito tutto il mondiale (cosa che avvenne soltanto nel 1977), ma soltanto i Gran premi più importanti. Per la cronaca, dopo Casucci in tv cominciò l'era di Mario Poltronieri. Tutto il calcio minuto per minuto andava a gonfie vele, con ascolti e indici di gradimento altissimi. Però, nelle ultime quattro partite di campionato la trasmissione veniva interrotta, per non influenzare la lotta per lo scudetto e per la retrocessione. Una decisione criticata già all'epoca. Per esempio, il 23 aprile 1963, uscì sulla Stampa di Torino un articolo (siglato p.b.) in cui si leggeva, tra l'altro: "I dirigenti calcistici hanno abolito da domenica prossima la rubrica radiofonica Tutto il calcio minuto per minuto che alla domenica pomeriggio ha rappresentato finora una delle trasmissioni più interessanti e gradite agli sportivi. Motivo: non si vuole influire nella lotta per il primato o per la retrocessione, rendendo nota alle varie squadre la situazione delle loro rivali. Ma in che anno viviamo? Non siamo più all'epoca dei piccioni viaggiatori. Nel 1963 la rete telefonica italiana funziona bene e molte città sono perfino legate dalla teleselezione: le notizie possono essere trasmesse da una parte all'altra del paese con discreta velocità. Le compagini che veramente avranno interesse a seguire minuto per minuto il punteggio delle loro dirette antagoniste pregheranno un incaricato di telefonare da un centro all'altro, come è già stato fatto in molte occasioni. Costerà più caro, ma il risultato agli effetti pratici non muterà. In compenso gli sportivi perderanno per quattro domeniche la loro rubrica preferita. Il solito Pantalone che ci rimette".

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