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lunedì 13 febbraio 2012
16:39

DIRITTI 2012-15 E' la radio a trainare la tv

La Lega Serie A venerdì scorso, non ritenendola congrua, ha respinto l’offerta della Rai per i diritti in chiaro televisivi (90° minuto) e radiofonici (Tutto il calcio minuto per minuto). Entro il mese di maggio sarà necessario un avvicinamento delle parti per non privare gli sportivi delle storiche trasmissioni.

DI GABRIELE MAJO
Proprio ieri pomeriggio “Cine Stadiotardini.com” ha proiettato una pellicola d’antan dove l’ultra cinquantenaria trasmissione di Radio Rai “Tutto il calcio minuto per minuto” era una gradevolissima colonna sonora – con le voci dei mitici Roberto Bortoluzzi, Enrico Ameri (con alcuni cameo dalla postazioni del Menti di Vicenza, fermo immagine a lato), Livio Forma, Emanuele Dotto, Ezio Luzzi – del film Ultimo Minuto di Pupi Avati, con la sceneggiatura dei giornalisti sportivi Italo Cucci e Michele Plastino(Clicca qui per vedere il film). Romantico calcio di altri tempi, si penserà, ed il timore di perdere il gusto di ascoltare quel rimbalzo di campi sull’etere si era palesato sabato scorso nel leggere sui giornali la notizia che l’Assemblea della Lega di Serie A (mancavano Chievo e Fiorentina) aveva respinto, giudicandole del tutto insufficienti, le proposte pervenute a proposito di quattro pacchetti di diritti audiovisivi per le stagioni 2012/2015: si trattava delle offerte di Pangea e Centro Europa 7 per aggiudicarsi il pacchetto Silver del digitale terrestre (cioè la diretta delle partite di 8 squadre, tra cui il Parma F.C., rimaste oscurate dopo il fallimento di Dahlia), e delle offerte della Rai per i diritti in chiaro di highlights (90° minuto) e radiofonici (Tutto il calcio minuto per minuto).

Ma quante possibilità ci sono realmente che dalla radiolina, dalla prossima stagione, non esca più il caleidoscopio vocale dai campi della serie A? Direi estremamente scarse, per fortuna, dal momento che, nonostante il braccio di ferro in corso tra venditore e compratore, alla fine dovrebbe prevalere il buon senso. Specie se il mercante abbasserà le proprie pretese. Perché ogni buona massaia sa che se va dal macellaio a comprare del macinato non deve assolutamente pagarlo come un filetto, così come il commerciante di carni non può esigere dalla cliente la stessa somma del filetto se gli vende il macinato. L’esempio calza ancor di più se, in luogo del macinato utilizziamo l’espressione spezzatino, perché il punto focale è proprio la frammentazione di ogni singolo turno di campionato spalmato in più orari e in diversi giorni, anziché, come una volta, celebrato nella sola domenica pomeriggio.
La Lega Serie A, per venire incontro alle esigenze delle tv a pagamento satellitari o terrestri, negli ultimi anni, infatti, ha esasperato sempre di più il modello, arrivando a proporre, in certe domeniche pomeriggio di questa stagione appena 4 gare di campionato, ovviamente quelle di minore interesse, rispetto ai match di cartello che vengono regolarmente anticipati o posticipati. Ricorderete, infatti, che in risposta a questa emorragia di campi collegati della massima serie, Radio Rai, su iniziativa del capo redattore del Giornale Radio Sport Riccardo Cucchi, portò i propri microfoni su alcuni campi della Lega Pro. Iniziativa che sarebbe stato bello se si fosse replicata anche oggi, quando agli ordini di Alfredo Provenzali vi erano appena tre radiocronisti, Riccardo Cucchi dal campo principale (San Siro per Inter-Novara 0-1), Nicky Pandolfini (dal Cibali o Massimino per Catania-Genoa 4-0) e Tarcisio Mazzeo (dagli Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo per Atalanta-Lecce 0-0). Va da sé che il ritmo del programma risultasse assai ridotto rispetto al solito, anche per via della precedenza assoluta concessa alla gara clou del Meazza.
Mancavano, ovviamente, le partite che erano state rinviate ieri, tra cui la nostra Parma-Fiorentina, che immagino per motivi organizzativi non siano state sostituite con i campi di Lega Pro, poiché sono pochi ad essere attrezzati per entrare nel circuito radiofonico, senza tralasciare il particolare che tante gare anche di quel campionato erano state rinviate. Insomma un radio-pomeriggio ben diverso rispetto alla radio-serata tanto apprezzata da Marco D’Alessandro di Tutto il Calcio Blog di mercoledì 1° febbraio, quando la contemporaneità delle gare ha fatto sì che ci fossero nella “scaletta di "Tutto il calcio" 4 voci (su 5) che tra gerarchia ed esperienza, sono le più importanti dell'attuale squadra. Non accade quasi mai, e potremmo anche levare il "quasi".

L'emozione ed il fascino di poterli sentire tutti insieme: Riccardo Cucchi da Roma, Francesco Repice da Milano, Emanuele Dotto da Udine, Giulio Delfino da Cagliari e, a chiudere, Gianfranco Coppola da Napoli (che, per certi versi, con un termine sbagliato, si potrebbe definire "l'intruso" della scaletta). Non accadeva da tempo immemore di sentire Cucchi che passava la linea a Repice, con un interruzione di Delfino. Almeno per una volta, la contemporaneità non ha giocato contro ma, anzi, è stata l'ancora di salvezza di un turno di campionato che sarebbe stato completamente da dimenticare, azzerato negli anticipi”.Insomma, se il calcio spezzatino favorisce chi vende il calcio a pagamento sulle proprie reti, indubbiamente danneggia il servizio pubblico nella duplice accezione radio-televisiva che vede svuotati di contenuti e di valore i propri contenitori. E se il radiofonico Tutto il Calcio minuto per minuto con l’estemporaneo escamotage degli inserimenti dalla Lega Pro, o comunque con la possibilità delle dirette integrali di anticipi e posticipi sostanzialmente ci salta fuori, è il televisivo 90° minuto a perdere completamente di interesse nei confronti degli spettatori , essendo costretto a mostrare gli highlights (o riflessi filmati, come si diceva una volta) di poche partite e per di più secondarie. La Rai, servizio pubblico, attraverso le proprie strutture competenti, che comunque agiscono sotto l’egida della Direzione generale, sta giocando la sua partita con la Lega Calcio da azienda unitaria, che non vuole scindere i due diversi canali di diffusione, e dunque porta avanti una trattativa alla pari. Se ci sarà accordo dovrà essere globale e non solo o per la radio o per la tv. E la sensazione è che in questo momento sia la radio a trascinare la tv, essendo che è quella meno in difficoltà. La Lega Serie A, che pretenderebbe di raccogliere nel prossimo triennio una cifra non inferiore a quella dell’ultimo biennio, venerdì ha giudicato troppo basse le offerte di Viale Mazzini, respingendole, ma le trattative non sono certo concluse e procederanno a marce forzate fino a maggio, quando scadranno gli accordi in corso. E’ facile intuire che la Confindustria del pallone abbasserà le proprie richieste, poiché difficilmente potrà piazzare sia gli highlights in chiaro delle partite della domenica, che sono sempre di meno, ad altri concorrenti (Mediaset dopo l’esperienza di qualche anno fa non ci pensa proprio, e tra l’altro è assai impegnata nei canali Premium per le dirette sul digitale terrestre) e lo stesso dicasi per la radio, con il rischio che rimangano invenduti

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