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lunedì 30 maggio 2011

Il pagellone 45 Sinfonia Barça n°4, che musica! Trionfo Inter, Palermo da applausi!

Gentili lettori ben ritrovati, ritorna il pagellone che oggi dedichiamo alle due finali del week-end, quella di Champions stravinta dal Barcellona ai danni del Manchester U. per 3-1 e quella nostrana, di Coppa Italia, vinta dall'Inter sul Palermo con lo stesso risultato di Wembley.


Partiamo dai campionissimi dei campionissimi, il BARCELLONA (10 e Lode) che ha vinto la sua quarta coppa dei campioni superando il MANCHESTER UNITED (5) per 3-1 grazie alle reti di Pedro, Messi e Villa intervallate dal momentaneo quanto estemporaneo 1-1 di Rooney. Non c'è stata storia in quel di Wembley dove entrambe le squadre avevano già trionfato e come due anni fa, a Roma, hanno vinto sempre i blaugrana che allora mostrarono a tutti la grandezza di una squadra capace di vincere 6 titoli su 6, oggi i catalani hanno mostrato a tutto il mondo di essere la squadra più forte di sempre del calcio, forse più forte del Real di Di Stefano, della grande Inter di Herrera e del Milan di Sacchi oltre che della scuola olandese che tanto ricorda il Barça di Guardiola. Una vera e propria sinfonia, un coro unanime che è musica per le orecchie di tutti coloro che amano il calcio, perché questo è il calcio con la C maiuscola, questo è il calcio vincente, questo è il calcio che ci fa sognare e divertire quando giochiamo alla play station, questa è la perfezione signore e signori.
Normalmente i vincenti stufano e diventano antipatici, ma loro no, perché non vorresti mai che finisse la partita, vorresti altri 90' e poi altri 90 ancora per vedere il direttore d'orchestra Xavi (9) dettare il ritmo insieme a Iniesta (8), per ammirare quel tamburo di Busquets (8), il tenore Piqué (8) fare la voce grossa in difesa, il violino Pedro (8,5) che suona velocissimo trasportando il tifoso, le gambe di Villa (8+) che rappresentano le bacchette della batteria che non smette di suonare e poi il solista dei solisti, la voce più bella e inconfondibile di Lionel Messi (10) che incanta la platea, la quale non può far altro che alzarsi in piedi e spellarsi le mani.
Il Barcellona ha dato una lezione di gioco al Manchester che merita applausi per la grande stagione, li merita anche Ferguson (5) nonostante qualche errore ma l'uomo e la sua carriera meritano rispetto assoluto. L'errore più grande è stato concedere spazi e palla agli avversari, forse una condotta più prudente che corrisponde al nome di catenaccio avrebbe dato qualche frutto ma noi vogliamo pensare che questo Barça sia troppo e più forte di ogni avversario, di ogni giocatore e di ogni tattica possibile. Bravo Rooney (7) il migliore dei suoi, molto male Hernandes (4) che non si è mai visto come Valencia (4,5), colpevole anche Van der Sar (5) nell'ultima serata, opaca la prestazione di Giggs (5), male un po' tutta la difesa, benino Vidic.
Il Barça non ha solo stravinto calcisticamente parlando, ha stravinto la signorilità e l'umiltà di un grande allenatore come Pep Guardiola (10) che grazie al supporto della società (10) è arrivato al decimo trofeo in pochi anni, alla seconda Champions, organizzando nel migliore dei modi la propria squadra con scelte sagge indirizzate sempre e comunque alla filosofia del Barcellona. Troppo facile dire “vincerebbero tutti” con questi campioni, Pep è un campione di per se e come tale ha stravinto anche lui senza bisogno di polemiche inutili e di attacchi al mondo intero. Ha vinto la politica dei giovani, del bel gioco a tutti i costi, di un club che rifiuta milioni e milioni di sponsor che “sporcherebbero” la maglia che invece è illuminata dalla scritta Unicef, anche questo è il signor Barcellona.
Ha vinto il calcio e ha vinto la vita di Eric Abidal (10) che ha conquistato questa coppa sollevandola nel cielo di Londra dopo aver vinto la partita più importante, quella della vita sconfiggendo il tumore al fegato che lo ha colpito soli due mesi fa. Vedere Abidal in trionfo ci ha fatto emozionare tanto, ci ha fatto capire quanto questa squadra rappresenti l'ideale di ogni bambino che si approccia al mondo del pallone perché questa è una scuola calcio, difficile da copiare ma quanto meno da provare a imitare, basta guardare la cantera, le voci bianche che cantano a meraviglia prima di passare al coro dei grandi nei teatri di tutta Europa.

Eccoci all' INTER (7,5) che ha vinto per 3-1 la sua settima Coppa Italia, voto un po' gonfiato a causa del trionfo poiché ai punti avrebbe meritato il PALERMO (6+) uscito a testa alta dal Barbera, pardon l'Olimpico! Inter cinica e potente come sempre, ha prevalso la solita forza fisica dei nerazzurri e di Eto'ò (9) cecchino infallibile con 37 centri stagionali, numeri da capogiro quelli del mamba camerunense. Rete anche per Milito (7) infallibile nelle finali. I rosanero hanno dominato l'incontro offrendo un calcio bello e spumeggiante, è mancata la rete nei momenti chiave, vuoi per sfortuna, vuoi per l'emozione di una finale storica con 40000 tifosi (10) al seguito che hanno colorato di rosa la Sud e la Tevere, cavalcando il sogno di Davide che batte Golia,ma Golia è più forte, quasi arrogante nel modo di vincere ma questi sono i campioni del triplete, quest'anno del tripletino che salva la stagione e consegna a Leo (7) il primo titolo da allenatore con un derby di supercoppa in vista. Ennesimo trofeo per Zanetti capitano di 1003 battaglie nerazzurre e autore di una prestazione maiuscola.
Toccante il finale con fair play tra le due compagini e le lacrime di Miccoli e Rossi, lacrime d'addio, lacrime di chi ha fatto grande il Palermo e gli vuole bene. Sul salentino non ci sono più speranze, ma Zamparini per una volta ascolti la piazza di Palermo e confermi Delio Rossi, uno dei tecnici più preziosi e preparati della nostra serie A. Non può una sconfitta, ingiusta e prevedibile contro Golia decretare la fine di un percorso ricco di soddisfazioni.

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