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giovedì 15 luglio 2010

Prima di tutto: grazie tante, Radio. E poi..

E dunque, il Mondiale sudafricano è finito. Un mese di partite ed un mese di radiocronache. Tutte ed integrali e quindi, prima dei commenti, dei giudizi, ci vuole un grosso ringraziamento, da ascoltatori, alla Radio che è stata in grado di offrirci la sua presenza minuto per minuto, nei tempi in cui vige il dominio scai. Senza la nostra Radio, per chi non ha l'abbonamento, il Mondiale sarebbe stato solamente in Tv sulle reti Rai: ci siamo già capiti.
Tuttavia, qualche commentino qua e la sul mese della Radio Mondiale, lo facciamo.

E' stato il Mondiale di voci giovani che hanno fatto passi in avanti e hanno guadagnato parecchi punti a favore: Giovanni Scaramuzzino (in grande forma e in costante miglioramento nelle descrizioni, sempre interessante nei discorsi anche in partite noiose, vincente nelle sfide con pronunce scioglingua da incubo come Corea del Sud-Grecia), Massimo Barchiesi (di cui abbiamo parlato più di tutti in questa rubrica e ci auguriamo di poterlo sentire di più nel prossimo campionato, tra i nuovi è quello che promette di più in esplosività), Giuseppe Bisantis (che è piaciuto nella fase finale del Mondiale nelle sfide secche: ha guadagnato le cronache di sfide come Germania-Argentina, Germania-Spagna).
La rivelazione è sicuramente Tarcisio Mazzeo da prima voce nel racconto di una partita integrale, mai lo avevamo ascoltato nei 90 minuti ed è stato molto divertente ed interessante. Inoltre potrà dire, un giorno, di essere stato testimone dell'unica sconfitta dei Campioni del Mondo della Spagna, mica male. Ed in omaggio a quella sua radiocronaca, risentiamo la sintesi di Svizzera-Spagna.



Mondiale anche delle voci d'esperienza, capitanate da un Emanuele Dotto in brodo di giuggiole ed entusiasmato ad ogni partita. Tonino Raffa, Ugo Russo, Carlo Verna, Enzo Delvecchio, che hanno anche avuto a che fare con partite di cartello, in cui forse, i più giovani avrebbero potuto regalare più spettacolo, precisione ed emozioni. Soprattutto in partite con basso ritmo. Hanno comunque dato il loro contributo importante, senza dubbio.

In realtà, inevitabilmente, senza nulla togliere ai sopraccitati, si sono un pò sentite le mancanze dei "fuoriclasse" della grande squadra, per un motivo o nell'altro. Francesco Repice (solamente inviato dell'orrida Italia, chissà che avrebbe raccontato nelle partite clamorose di questo Mondiale..), Giulio Delfino ed anche Riccardo Cucchi, che oltre all'Italia, alla partita inaugurale ed alla finalissima, non ha raccontato. Più dietro le quinte, più interventi da Simona Ventura per il Re di Minuto per Minuto: nei precedenti Mondiali, come avrete letto nella rubrica del nostro Fabio Stellato, commentava molte più partite.
Mancanze che si estendono anche ad un radiocronista che ha raggiunto la pensione e nei Mondiali scorsi commentava grandi partite. Parliamo del grande Livio Forma, che nel periodo Mondiale ha comunque raccontato le finali di Play-off di B, tra Brescia e Torino (soprattutto nell'andata), dimostrando ancora di saper regalare grandi cronache nel suo stile inconfondibile: a modesto avviso di chi scrive, Forma ancora oggi starebbe davanti a tanti, dei nomi citati in precedenza.

Molto bravi coloro che ci hanno raccontato questo Mondiale, con l'aggiunta dei "fuoriclasse" il Grande Mondiale di Radio 1 sarebbe stato Perfetto. Parliamo di Cucchi, Repice e Delfino: i primi tre di minuto per minuto, il meglio. Non si può dimenticarsi di citarli, anche se non li abbiamo potuti sentire nelle supersfide. Ripetiamo, senza nulla togliere ad altri.

Una cosa che ha riscosso qualche critica è l'intervento durante la radiocronaca della partita, dell'opinionista di turno, tendente a spezzare il ritmo del racconto, a tratti irritanti (anche perchè spesso da "zero a zero") perchè non bisogna mai scordare che chi ascolta la Radio, vuole sapere che succede in ogni frangente. Ed invece, con gli interventi dei vari Casarin e Tardelli nel mentre di un corner per l'Argentina, l'ascoltatore ha sentito solo lo stesso effetto nel disturbo sulla frequenza. L'intervento, soprattutto se di gente competente come Marco Zunino, può servire nelle partite più difficili con squadre non propriamente conosciute (Algeria-Slovenia, ad esempio) e magari tra un tempo e l'altro. Invece, facciamo un esempio, intervenire Tarcisio Mazzeo all'ultimo minuto di Svizzera-Spagna mentre gli iberici battono un corner nel forcing finale alla ricerca del pareggio, per sentire cosa ne pensa Tardelli, francamente, stizzisce un pò.

Certo che se poi accendiamo la Tv, vediamo un Notti Mondiali (di cui il giornalista del Corriere della Sera, Aldo Grasso, ha rappresentato alla perfezione la pochezza) o sentiamo i ripetitivi urli preregistrati Scai.. beh, allora, Radio Rai tutta la vita. Ancora grazie, da ascoltatore, per l'ampia copertura che ci ha portato dentro il Mondiale, senza occhi, ma con le cuffie o un diffusore di turno.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse ti è sfuggito che rispetto al precedente Mondiale, è cambiato il caporedattore dello sport, e trattandosi di Riccardo Cucchi, è evidente che non potesse avere il dono dell'ubiquità sdoppiandosi tra redazione e partite, pur avendo un ottimo vice come Filippo Corsini. E forse non è neppure casuale che abbia dato spazio alle seconde linee, dato un vicino ricambio generazionale, e scegliendo di non portare al mondiale chi nel frattempo doveva seguire altri eventi sportivi in corso o in divenire, come Mondiale di Formula Uno e Tour. Quanto a Repice, mi risulta che quella di seguire solo la Nazionale sia stata una sua scelta. Insomma: determinate situazioni non credo siano frutto di casualità, ma di scelte.

Davide

Davide S. ha detto...

Non sono io quello che ha lasciato il commento, è un altro Davide.
Io dico che come al solito la radio è stata superiore alla tv, poi certo l'assenza di Cucchi, Repice e Delfino si è fatta sentire. Condivido in pieno sul "disturbo" degli opinionisti. Secondo il mio punto di vista il migliore è stato M. Barchiesi mentre Dotto alla conduzione ha raggiunto il livello massimo di simpatia.
Davide S.

Marco D'Alessandro ha detto...

Rispondo al primo Davide.
Certo che lo so che Cucchi è diventato caporedattore, che Repice ha scelto di fare solo la nazionale da inviato e che Delfino ha la F1. Dico solo che è un peccato non aver potuto avere anche loro al racconto delle partite del Mondiale di Calcio (massima manifestazione calcistica che si svolge ogni 4 anni), credo di non dire una bestialità. E' un peccato che Cucchi ci venga "scippato" dal lavoro di redazione (condivido comunque il buon lavoro con le seconde linee che, come detto, stanno migliorando molto) o che Repice si sia limitato alla nazionale (uscendo di scena più di due settimane prima della fine della rassegna) o che Delfino nelle settimane senza F1 non abbia fatto calcio (sul nostro "muro" ci ha detto che volendo, avrebbe potuto..) . Tutto qua, mi spiace.

Anonimo ha detto...

Sono il "primo" Davide: proprio perché il Mondiale è la massima espressione calcistica, mi sembra abbastanza ovvio che il Cucchi-radiocronista si sia sacrificato perché un caporedattore deve seguire in prima persona e coordinare il team di inviati in un lavoro che è molto pesante. Per questo, pur non abdicando totalmente al suo ruolo di solista, ha scelto di fare principalmente il direttore d'orchestra e di far suonare l'orchestra in un certo modo, secondo me. Poi, può dispiacere il fatto di non averlo sentito tanto in radiocronaca, ma diventa inevitabile quando si ha la responsabilità di una redazione così importante. E questo, ripeto, pur avendo un vice affidabilissimo.

Anonimo ha detto...

ricordiamoci che andiamo verso una stagione con sempre più integrali quindi poteva avere un senso provare anche voci nn principali.
repice dotto orlando bisantis e delfino nn possono prendere dappertutto.
concordo sul discorso opinionisti ma la cosa più urticante è stato come hanno ridotto provenzali.
ale

tarcisio ha detto...

ciao marco, ciao amici di tuttoilcalcioblog. grazie per l'affetto e l'attenzione, e naturalmente anche per le critiche che sappiamo essere costruttive. la vostra passione è un buon compagno di viaggio per noi che siamo gli occhi e la voce di chi ci ascolta. posso confermarvi che in sudafrica avete avuto una squadra motivata e compatta, carica, consapevole del compito e soprattutto determinata a svolgerlo al meglio delle possibilità di ciascuno, nelle radiocronache e nei gr, nei collegamenti e negli speciali. mi piace dirvi che abbiamo potuto contare - noi di radiorai - su una semplice ma formidabile struttura tecnica e su uno strepitoso - anche se sobrio nella composizione - supporto organizzativo. fra le risorse a nostra disposizione, anche la vostra competente attenzione, che sapevamo presente. quanto a me, caro marco, che ti posso dire? 'grazie' è una parola bellissima, quando è detta nella sua pienezza. e così te la dico. tarcisio.

Marco D'Alessandro ha detto...

Davide, non fa una grinza, infatti. Scrivi cose verissime. A questo punto, da ascoltatore, preferirei un Cucchi solamente radiocronista e non caporedattore :)
Appoggio quanto dice Ale su Provenzali ridotto a sigla di Simona Ventura, me ne ero scordato.

Marco D'Alessandro ha detto...

Grazie tantissime a Tarcisio Mazzeo per il suo intervento e per la sua grande vicinanza al nostro blog, ci inorgoglisce davvero tanto. Non posso che fargli ancora tanti ringraziamenti e complimenti per il vostro grandissimo lavoro per tutta la stagione. Voi ci siete sempre a farci compagnia, in ogni contesto e non possiamo che esservene grati anche perchè lo fate bene! Un abbraccio

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